“Le Fontane di Giuseppe Graziosi”

Martedì 14 ottobre 2025
Questa è un’idea d’itinerario pensata per gli amanti della scultura e per valorizzare le opere di Giuseppe Graziosi, disseminate nel centro storico della nostra città.
Pittore, scultore, incisore e fotografo, il Graziosi (Savignano sul Panaro 25 gennaio 1879 – Firenze 2 luglio 1942) è stato un’artista versatile, sperimentatore di nuove tecniche. Nonostante la permanenza a Firenze e a Milano, Graziosi non perderà mai i contatti con Modena, ove continua a partecipare attivamente alle vicende culturali attraverso la partecipazione alle rassegne espositive locali e ai principali cenacoli artistici quali l’Accademia del Fiasco e l’Associazione degli Artisti e della Stampa
Graziosi prende parte a importanti rassegne espositive tra le quali si ricordano l’Esposizione Universale di Parigi(1900), le Esposizioni Internazionali di Venezia (dal 1903 al 1942), quella di san Francisco (1915), l’Esposizione degli acquafortisti di Londra (1916) e la Quadriennale di Roma (1931, 1935).
All’artista vengono dedicate importati mostre personali: nel 1918 a Firenze, in Palazzo Antinori; nel 1919 alla Galleria Pesaro di Milano, nel 1940 alla XXII Esposizione Internazionale di Venezia e nel 1941 alla Galleria del Milione a Milano, la prima, questa, di soli disegni. In qualità di docente di scultura insegna nelle Accademie di Belle Arti di Milano, Napoli e Firenze.
Determinanti per la vicenda critica del Graziosi saranno la mostra allestita nel 1963 in Palazzo Strozzi a Firenze e l’approfondito studio sull’artista condotto da Gabriella Guandalini nel primo catalogo dedicato alla Gipsoteca Graziosi del Museo civico di Modena, recentemente aggiornato, e gli interventi di Francesca Petrucci che ne chiariscono la posizione nel più ampio contesto della situazione figurativa nazionale ed internazionale.
In particolare la gipsoteca è stata istituita a Modena nel 1984 in seguito alla donazione da parte degli eredi di una cospicua raccolta di opere plastiche, pittoriche e grafiche dell’artista Giuseppe Graziosi. Dopo una prima collocazione presso l’Istituto San Paolo, nel 1994 la Gipsoteca è stata allestita a piano terra del Palazzo dei Musei.
Le opere esposte consentono di ripercorrere le fasi salienti della multiforme vicenda artistica di Graziosi, dall’iniziale adesione alle tematiche del verismo sociale alle ricerche espressive stimolate dalla visione diretta delle opere di Rodin, all’interesse per la vita e i personaggi del mondo contadino, uno dei temi fondamentali della sua produzione. La raccolta grafica, ordinata in cassettiere ispezionabili, è costituita da litografie e incisioni che si collocano entro un ampio arco cronologico e propongono vari temi con una varietà di tecniche che
testimoniano l’instancabile volontà del Graziosi di sperimentarne tutte le capacità espressive.
L’archivio fotografico donato dagli eredi Graziosi nel 1999 è costituito da 2144 immagini realizzate dall’artista su supporti diversi: lastre stereoscopiche negative e positive, negativi su lastre di vetro e gelatine su pellicola di nitrato.
Proseguendo su una strada percorsa da numerosi artisti già dalla metà dell’Ottocento, Graziosi demanda alla macchina fotografica il ruolo svolto tradizionalmente dagli appunti grafici raccolti nel blocco degli schizzi e se ne serve per formare un repertorio di immagini da cui attinge spunti narrativi, personaggi, azioni, effetti in movimento e di luce, sfondi di paesaggio e prospettive urbane che riprende e rielabora più volte anche a distanza di molti anni, trasportandoli di volta in volta nelle tecniche artistiche a lui più congeniali sino ad esaurirne tutte le potenzialità espressive
Passeggiando per le strade del centro è impossibile, infatti, non notare le tante fontane in bronzo realizzate dal Graziosi.
Ci accompagna Luca Silingardi, Past President del Rotary Club Sassuolo, storico dell’arte, giornalista, curatore delle Raccolte Civiche d’Arte del Comune oltre che ispettore della Soprintendenza e socio dell’Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Modena. All’attivo ha oltre 50 pubblicazioni sull’arte emiliana.
Il punto di partenza della nostra visita è la monumentale Fontana dei due Fiumi situata in Largo Garibaldi, che fu attivata nel 1938 in occasione dell’entrata in funzione del nuovo acquedotto cittadino.
Considerato l’intervento più prestigioso dell’artista, destinato ad abbellire l’ingresso orientale della città, questa realizzazione è composta da una serie di vasche circolari in travertino e da due figure in bronzo, una femminile ed una maschile, che simboleggiano rispettivamente il fiume Secchia e il fiume Panaro.
La figura maschile, rivolta verso est in corrispondenza del fiume Panaro, è rappresentata da un giovane possente che versa acqua da un orcio mentre sorregge con una mano un ramo d’albero. La figura femminile, invece, è una giovane donna, simbolo di fertilità, rivolta in direzione della città che porta sulla spalla un fascio di spighe dal quale fuoriesce un getto d’acqua.
Molto suggestiva e sicuramente imponente, questa fontana merita un passaggio anche la sera quando viene illuminata sapientemente da scenografici fasci di luce.
Si prosegue ora verso Piazza XX Settembre, dove in un angolo troviamo il Putto con l’oca, una statua in bronzo che raffigura un bambino intento a sottrarre il pesce, che tiene tra le mani, all’oca che sta tentando di prenderglielo.
Realizzata all’inizio degli anni ’30 su incarico del Comune, era stata pensata per essere posizionata al centro della piazza ad un’altezza elevata. Attualmente, invece, si trova in un angolo su una “più modesta” vasca a due lobi. Negli anni ’80, la statua originale è stata
trasferita nella Gipsoteca Giuseppe Graziosi, all’interno del Palazzo dei Musei. In Piazza XX Settembre ora si trova una copia.
A poca distanza, al centro del Mercato Storico Albinelli fa bella mostra di sé La fanciulla con canestro di frutta.
Realizzata nel 1931, come prima commessa pubblica locale del Graziosi, fu costruita per fornire acqua per lavare la frutta e la verdura del mercato. È una statua in bronzo che poggia su un basamento al centro di una vasca e che raffigura una graziosa fanciulla con un cesto colmo di frutta sotto il braccio destro e un mazzolino di spighe nella mano sinistra.
Ancora oggi, è una presenza centrale e affascinante per il nostro storico Mercato Albinelli, il luogo della tradizione gastronomica modenese.
Continuiamo la nostra passeggiata verso il suggestivo Piazzale di San Giacomo dove a dar vita ad un incantevole scorcio urbano ci pensa la Fontana della Ninfa che ritrae, appunto, una ninfa intenta a versare acqua da un’anfora. In quest’opera il Graziosi è stato in grado di fondere armoniosamente le memorie della scultura seicentesca e la bellezza contadina.
Infine, ci siamo diretti a pochi passi da qui, in Piazza San Francesco, dove si trova l’ultima delle opere del Graziosi: la Fontana di San Francesco raffigurante il Santo, immortalato nell’atto di parlare all’acqua e agli uccelli.
Come per altre opere, anche questa scultura fa parte di una serie di realizzazioni che l’artista fece negli anni ‘30, su commissione del Comune, per ornare alcune fontane pubbliche della città in seguito alla costruzione dell’acquedotto.
Al termine dell’interessante visita che ci ha permesso ancora una volta di stupirci dell’incredibile bellezza artistica della nostra città grazie alla capacità di Luca Silingardi di “far parlare” i palazzi, i portici e gli angoli caratteristici raccontandoci le loro storie, siamo stati accolti a Palazzo Montanari Masi, ora Olivi, per un momento di convivialità.

Andrea Decaroli

Copyright © 2024 Rotary Club Modena | Cookie Policy | Privacy Policy